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Petra Cason Olivares

Da circa 20 anni mi dedico alla curatela d’arte e l’organizzazione di eventi artistici e culturali.

Ho all’attivo diversi progetti che, a vario titolo, hanno coinvolto un pubblico trasversale e, al contempo, hanno instaurato un dialogo tra istituzioni pubbliche e private, italiane ed estere, che ho seguito come libero professionista e come presidente di associazioni culturali (Metamorfosi Gallery prima, Laboratorio Arka, poi. In ultima NUMA).


La mia pratica curatoriale ha previsto, da sempre, il “prendermi cura” non solamente delle Opere d’arte di cui mi sono occupata ma, in primo luogo, degli autori - gli Artisti - che tali opere hanno ideato e portato a compimento, e dell’interlocutore ultimo, il Pubblico.
Per la comprensione di una ricerca artistica, e pertanto dell’opera che da questa scaturisce, ritengo sia fondamentale una conoscenza approfondita, empatica, con l’autore, non considerandolo pertanto mero esecutore, ma portatore di un messaggio che viene di volta in volta trasmesso attraverso il lavoro artistico.

Questo approccio mi ha permesso, così, di rivolgermi all’arte con un intento cognitivo, e di scegliere l’arte come veicolo - come mezzo, e non soltanto come fine - di significanti e significati. L’immediatezza di un’immagine, per quanto articolata questa possa apparire, consente di bypassare altre forme di comunicazione, altri linguaggi - fosse anche il “solo” verbale. E pertanto permette di lavorare, attraverso l’eikon, molto in profondità, affrontando tematiche sociali e culturali complesse.

 

Un altro impegno durevole riguarda la narrazione. Dal 2013 scrivo di arte e racconto costantemente opere e ricerche artistiche utilizzando un linguaggio che mira ad essere semplice ma non semplicistico, comprensibile ed esaustivo, consegnando allo spettatore quegli strumenti indispensabili per avere una prima (mai unica, né definitiva) chiave di lettura nei confronti di ciò che sta esperendo.
Il linguaggio cambia: in base all’interlocutore, al contesto e al fine del confronto.
Oltre alla pratica della scrittura (portata avanti attraverso un blog personale - Olivares cut, e collaborando con riviste di settore - es. Artribune, Fermomag), racconto le forme d’arte attraverso visite guidate e attività didattiche con un impegno quasi quotidiano dal 2007, tra le sale di Palazzo Leoni Montanari, sede delle Gallerie d’Italia - Vicenza, e le mostre che ho avuto modo di organizzare e curare personalmente al di fuori del contesto prettamente museale.
Tra le prime pratiche organizzative annoto due stagioni di tour con visite guidate ad alcune ville palladiane private del Vicentino, curato per Comitato Pro Loco - UNPLI Vicenza.

 

Tra i progetti sviluppati seguendo questi intenti ci sono esperienze come ART COMING OUT e IO SONO DIVERSO, la prima esposizione di quattro artisti contemporanei in altrettanti luoghi pubblici della città di Vicenza, e call nazionale rivolta a giovani artisti e conseguente mostra collettiva la seconda, realizzati nel 2013 in occasione del Vicenza Pride, entrambi affrontanti la tematica del rapporto tra omosessualità, libertà d’essere e stigma.
 

MIND THE G.A.P, progetto espositivo da me curato, con le foto e i video di Marco Dal Maso. Un viaggio all’interno del mondo del gambling, e degli aspetti poco noti ai più della cura dal gioco d’azzardo patologico (a Vicenza, Corsico, Torino, Merano). Le immagini proposte venivano raccontate dal mio contributo in dialogo con uno psicoterapeuta specializzato nella cura di questa patologia.

 

GLI STATI DELLA MENTE. Festival di arte e cultura sul tema della salute mentale.
Non è facile raccontare in poche righe un percorso che non ha visto riposo tra il 2015 e il 2019. Da una prima idea di esporre un reportage fotografico sugli ultimi Ospedali Psichiatrici Giudiziari rimasti aperti in Italia, la ricerca di un contesto adeguato ha trasformato questa idea in un festival.
Per oltre quattro anni, a Vicenza, si sono susseguiti incontri, dibattiti, momenti di confronto, occasioni espositive e performative, rassegne cinematografiche (VISIONI DELLA MENTE) e esperienze laboratoriali, tutti seguendo un tema cardine: se la malattia mentale porta ancora addosso un pesante stigma, la salute mentale è un bene prezioso che va tutelato.
Questo incredibile numero di attività ha dato vita ad una vasta rete di interlocutori/partner, da istituzioni sanitarie a fondazioni, cooperative e associazioni, con un pubblico che si muoveva dal contesto culturale al sociale grazie alla dis-locazione degli eventi proposti. La forza di questo festival credo sia stata in primo luogo la scelta di voler utilizzare il linguaggio dell’arte per parlare di salute mentale e, in secondo luogo, quello di decontestualizzare alcune attività sino a quel momento precipue di determinati spazi/contesti, sparigliando le carte e creando di volta in volta nuovi scenari conoscitivi.

Pertanto i pubblici, che mai si sarebbero incontrati, l’hanno fatto, e si sono avvicinati ad un tema che, altrimenti, non avrebbero probabilmente nemmeno sfiorato da lontano.

STATES OF MIND, esperienza parallela al Festival, è un concorso di arti visive dedicato agli ARTISTI UNDER 35, nato con l’intento di valorizzare l’arte contemporanea e vivacizzare il dibattito attorno ai temi fondanti del festival sulla salute mentale. La sua prima edizione ha avuto luogo a febbraio 2019.

 

La curatela mi ha portato a condividere preziose esperienze con numerosi artisti, con i quali ho realizzato, negli ultimi anni, esposizioni quali:

  • KUNSTSTRASSE/RUE DES ARTS/STRADA DELL’ARTE (Bunker, Caldogno, 2012) collettiva di artisti italiani, francesi, tedeschi uniti da un longevo rapporto di gemellaggio. Tre nazioni, cinquanta artisti, 1895 km percorsi, sei mesi di esposizione.

  • “ERRANZA. Del Radicante e di altri segni” (Atipografia, Arzignano,2016), doppia personale delle artiste Elisa Bertaglia e Enrica Casentini. Punto di partenza della riflessione che ha portato a questa mostra è stato un saggio sull’arte contemporanea scritto dal critico d’arte francese Nicolas Bourriaud intitolato “Il radicante. Per un’estetica della globalizzazione”.

  • “A mani nude” (Via Dante 26, Dueville, 2019) dialogo silenzioso tra le opere di Denis Volpiana, Christian Manuel Zanon e le vestigia del laboratorio di lattoneria della mia famiglia paterna.
     

Ultima, ma non ultima, MILONGA DE LAS ESTRELLAS. La passione per la cultura del tango (il ballo, la musica, le “letras”, la storia) ha ispirato la creazione di questo progetto che per anni ha fatto ballare moltissime persone e le ha fatte avvicinare al mondo senza tempo del tango.

 

NUMA, infine, è “IL” progetto. Dal 2020 prende l’eredità dell’associazione culturale e coworking Laboratorio Arka (attiva dal 2015 a Vicenza) per trasformarla in una piattaforma in costante evoluzione dei linguaggi artistici e delle sue narrazioni.

Tra il primo e il secondo lockdown pandemico mi “intrufolo” negli studi dove si rintanano gli artisti per delle chiacchierate a metà tra il privato e il pubblico in diretta Instagram, dal titolo emblematico “Voyeur. Conversazioni nelle stanze degli artisti".
Dal 2021 riprende la progettualità espositiva, con le esposizioni curate in collaborazione con il Comune di Schio, di Dueville, di Caldogno…
Parallelamente alle mostre d’arte comincio ad organizzare i primi “Art Tour”, percorsi guidati (la maggior parte da me) tra le principali mostre di arte contemporanea, con un gruppo sempre più numeroso di appassionati d’arte al seguito (Biennale d’arte di Venezia, Gnoli, Cattelan, Koons, Kahlo, etc.)

E nel 2022 si tenta il grande salto, investendo energie e denari sull’apertura di una galleria d’arte.

 

Nonostante l’esordio più che positivo, la galleria è costretta a chiudere dopo soli tre mesi di attività. La proprietà dello spazio non aveva segnalato i gravi problemi di umidità che facevano parte del luogo. Restare avrebbe voluto dire mettere a repentaglio le opere d’arte esposte. 

Chiudere ha significato anche ripensare la progettualità, per evitare una mera replica di ciò che era stato distrutto nella sua fase ancora embrionale. La scelta di non proseguire nel mercato della vendita delle opere d’arte, bensì del noleggio (art to rent) ha permesso di costruire una nuova “struttura” a supporto degli artisti, non fatta in primo luogo di mura e pavimento, bensì di contatti legali forti a tutela di tutte le parti coinvolte nei nuovi progetti curatoriali realizzati ad hoc per privati e aziende. 

L’opera rimane di proprietà dell’artista, e con il progetto ART | RENT non rimane relegata in un magazzino ma ha la possibilità di essere vista, comunicata e fruita al meglio durante il periodo di noleggio, fruttando contestualmente un’entrata mensile all’artista a sostegno della propria personale ricerca artistica.

 

Questa è la direzione da percorrere: il progetto pilota si chiama NIN project e vede la collaborazione tra l’artista Marta Fontana e lo chef stellato Terry Giacomello. Ecco il link per approfondire il tema:
NIN ART PROJECT

Ma sono solo all’inizio, di questa nuova incredibile avventura!!

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