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Rendez-vous, Strada dell'arte

A dieci anni di distanza torno ad occuparmi di un progetto che, ora come in passato, mi sta molto a cuore, su invito dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Dueville.

Il progetto si chiama "Strada dell'arte", e vede riunirsi a cadenza (quasi) annuale le opere - e talvolta gli artisti - di quattro Paesi, e altrettanti collettivi d'arte, italiano, francese, tedesco e inglese: Strada dell'Arte, ma anche Rue des Arts, Kunstrstrasse, Street of Arts.

Le città coinvolte - Dueville, Tulle, Schorndorf e Bury - sono gemellate da lunga data, e da tempo scambiano occasioni e opportunità di dialogo, viaggiando per l'Europa con mezzi e bagagli carichi di opere, per portare ancora una volta a compimento una mostra.

Quest'anno la "Strada dell'arte" torna in Italia e l'esposizione, intitolata BUCOLICA, sarà ospitata a Dueville, dove tutto è cominciato.

Con NUMA torniamo a rimboccarci le maniche, in un luogo che non è una galleria ma che affaccia su un 'giardino magico'. Infatti, il 24 settembre, nelle sale del Centro Arnaldi, BUCOLICA aprirà al pubblico invitandolo a riflettere su una tematica decisamente attuale: il rapporto che vige tra Uomo e Natura, traendo spunti concreti dai temi affrontati nell'Obiettivo 15 dell'Agenda 2030.

Le opere, dunque, saranno letteralmente tanti "messaggi in bottiglia", gettati in acque turbolente, che si rivolgono alla popolazione attuale e futura. Interrogativi che non possono e non devono lasciarci indifferenti. Cosa significa, nel 2022, vivere in sintonia con la Terra?

Nella prospettiva complessa che ci costringe a pensare nell'immediato quali possano essere le azioni e le attitudini che ciascun essere umano può mettere in campo al fine di preservare la biodiversità degli ecosistemi terrestri, quale può essere la funzione dell'arte?

NUMA elabora un progetto espositivo e degli eventi correlati con l'intento di stimolare una riflessione e un confronto tra le linee guida dell'Obiettivo 15 "Vita sulla terra" e le modalità che guidavano il rapporto uomo-natura nei secoli passati: la situazione politica ed economica che ha generato il fenomeno delle Ville Venete (caratteristico del nostro territorio) è assimilabile a quanto viviamo ora. Oggi, come cinquecento anni fa, siamo di fronte alla necessità di variare il modello di crescita, nel rispetto e nella valorizzazione delle specificità di un determinato luogo, nella tutela di flora e fauna, alla ricerca di una innovazione rispettosa dell'habitat in cui questo modello si va ad insediare.


A quasi un mese dall'inaugurazione della mostra, e dopo svariate decine di email, messaggi e telefonate scambiate negli ultimi mesi tra un Paese all'altro, ecco finalmente un contatto reale! Nella giornata di ferragosto, infatti, una coppia di artisti francesi, lo scultore Jacques Tramont e la pittrice Christelle Godebout - nella foto assieme a me e Christian - hanno raggiunto Dueville (Vicenza) da Tulle, con la loro auto carica delle opere realizzate dal collettivo francese "La Cour des Arts".

Vedere, un pezzo alla volta, concretizzarsi un progetto porta entusiasmo e permette di rendersi conto di quanto sia importante, all'interno di una comunità - per quanto piccola - internazionale, lo sforzo individuale per raggiungere uno scopo comune. Se talvolta le nostre parole arrancano attraverso lingue differenti, il linguaggio dell'arte permette di creare una base forte sulla quale issare le premesse della condivisione. (Fine della prima puntata)



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